Eva Eger Edith è nata nel 1927 a Košice, allora Ungheria e oggi attuale Slovacchia, aveva solo sedici anni quando i nazisti la condussero insieme alla sua famiglia nel campo di sterminio di Auschwitz, dove i genitori furono mandati direttamente nelle camere a gas, lasciando sole Edith e sua sorella.
Appena ventenne, Edith sopravvisse ad Auschwitz e alla marcia della morte fino a Gunskirchen, sottocampo di Mauthausen, dove Il 4 maggio 1945 fu salvata da un giovane soldato americano che notò la sua mano che si muoveva leggermente tra un numero di cadaveri. Dopo la guerra, Edith si trasferì negli Stati Uniti e studiò psicologia, specializzandosi nella cura di persone affette da disturbi post traumatici, per insegnare loro la capacità di far fronte a eventi traumatici, riorganizzare la propria vita dinanzi alle difficoltà, senza alienare la propria identità.
Cura i suoi pazienti con la stessa resilienza che l’ha salvata dai campi di sterminio, nella convinzione che “il peggior campo di concentramento è la propria mente”. Edith Eva Eger racconta la sua storia in un libro, La scelta di Edith, dove narra la prigionia, la sofferenza e la salvezza di una donna che, ormai novantenne, danza ancora.
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